domenica 6 dicembre 2015

“GLI AFRICANI SIAMO NOI” - di Giannini Antonella & Francesca Lappezzata; disegni di Serena Burioli (5F)



Il 22 ottobre 2015, nell' auditorium del nostro liceo, è stata tenuta un conferenza sulla genetica dal professor Barbujani, alla quale hanno partecipato tutte le classi quinte dello scientifico e due classi quinte
dell' artistico.

La conferenza si basa su due punti principali:

1.   Se risaliamo a 65.000 anni fa, scopriamo di avere tutti antenati comuni africani;  

2.  In teoria, risalendo all' epoca della prima Crociata, ognuno di noi dovrebbe avere circa 1 miliardo di antenati ma all' epoca non c' era così tanta gente. È appurato ci fossero matrimoni consanguinei (e dunque il numero di antenati diminuisce), ma se anche ne avessimo avuti 10.000, è statisticamente impossibile che si trovassero tutti nello stesso luogo.

Gli europei hanno cercato di dare una giustificazione alla schiavitù e al fatto che essi potessero fare cose che non erano concesse agli altri. Nasce quindi così il concetto di razzismo scientifico, che si concretizza nel Decalogo del Manifesto, dettato da Mussolini e inserito nel settimanale “La difesa della razza” del 1938. Scritto da scienziati, ma dal punto di vista scientifico non valeva niente, in quanto usato come vera e propria propaganda politica.
Poco attendibile anche perché vi sono presenti addirittura quattro classificazioni differenti del popolo italiano, descritto come ariano, italiano, mediterraneo ed europeo (rispettivamente punti 4, 6, 8 e 10).

È appurato che da 300.000 a 30.000 anni fa, la cultura dell' uomo di Neandertal (ovverosia l' uomo europeo) non si sia mai evoluta: essi non usavano armi da lancio e dovevano quindi andare molto vicino alla loro preda, procurandosi diverse ferite. A 40.000 anni fa circa risalgono elementi di decorazione (come ad esempio conchiglie in luoghi anche distanti dal mare) che sono forse stati usati per riti funebri e quindi seppelliti insieme agli uomini. A questo periodo risale anche il loro incontro con “noi”: i popoli africani. Per circa 10.000 anni, i due popoli coesistono ma, circa 29.000 anni fa, spariscono le tracce dei Neandertal: forse “noi” avevamo portato in Europa malattie alle quali non erano abituati, forse si sono spostati in aree più remote nelle quali non sono poi riusciti a sopravvivere, questo probabilmente non lo sapremo mai, così come al momento non sappiamo se i due popoli hanno anche avuto figli assieme. Ciò che sappiamo è invece che nel DNA mitocondriale (e quindi della madre) non vi è mai DNA neandertaliano, mentre invece nel DNA paterno sì.

In molti hanno cercato di dare un numero alle specie del mondo, a partire da chi sosteneva ce ne fossero quattro (una per ogni elemento), fino a chi, nel '900, sosteneva ce ne fossero duecento, arrivando al trattato sulla “Non esistenza delle razze umane”, secondo la quale esistono solo gradienti (cambiamenti). Vi è poi uno scienziato russo che sostiene che ci sono due livelli per decretare le razze, uno biologico e uno sociale, e che a livello biologico le razze ci sono ma non sono ancora state trovate.

È appurato che la differenza genetica tra africani, asiatici ed europei è 100%, mentre tra un europeo e un altro europeo la differenza è dell' 88%, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare. Inoltre, l' 81% delle varianti genetiche sono cosmopolite, mentre il 7% dei genomi sono tipicamente arficani, l' 1% solo asiatici e lo 0,06% solo europei.


Questo articolo, insieme a tutti gli altri, si potrà trovare entro un paio di settimane anche sul nostro sito internet ( tumiturbiserpieri.blogspot.it ), di conseguenza, se avete dubbi o se volete semplicemente farci sapere cosa ne pensate, ditecelo commentando!

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