Il
22 ottobre 2015, nell' auditorium del nostro liceo, è stata tenuta un
conferenza sulla genetica dal professor Barbujani, alla quale hanno partecipato
tutte le classi quinte dello scientifico e due classi quinte
dell'
artistico.
La
conferenza si basa su due punti principali:
1.
Se
risaliamo a 65.000 anni fa, scopriamo di avere tutti antenati comuni africani;
2. In teoria, risalendo all' epoca della
prima Crociata, ognuno di noi dovrebbe avere circa 1 miliardo di antenati ma
all' epoca non c' era così tanta gente. È appurato ci fossero matrimoni
consanguinei (e dunque il numero di antenati diminuisce), ma se anche ne
avessimo avuti 10.000, è statisticamente impossibile che si trovassero tutti
nello stesso luogo.
Gli
europei hanno cercato di dare una giustificazione alla schiavitù e al fatto che
essi potessero fare cose che non erano concesse agli altri. Nasce quindi così
il concetto di razzismo scientifico, che si concretizza nel Decalogo del
Manifesto, dettato da Mussolini e inserito nel settimanale “La difesa della
razza” del 1938. Scritto da scienziati, ma dal punto di vista scientifico non
valeva niente, in quanto usato come vera e propria propaganda politica.
Poco
attendibile anche perché vi sono presenti addirittura quattro classificazioni
differenti del popolo italiano, descritto come ariano, italiano, mediterraneo
ed europeo (rispettivamente punti 4, 6, 8 e 10).
È appurato che da 300.000 a 30.000 anni
fa, la cultura dell' uomo di Neandertal (ovverosia l' uomo europeo) non si sia
mai evoluta: essi non usavano armi da lancio e dovevano quindi andare molto
vicino alla loro preda, procurandosi diverse ferite. A 40.000 anni fa circa
risalgono elementi di decorazione (come ad esempio conchiglie in luoghi anche
distanti dal mare) che sono forse stati usati per riti funebri e quindi
seppelliti insieme agli uomini. A questo periodo risale anche il loro incontro
con “noi”: i popoli africani. Per circa 10.000 anni, i due popoli coesistono
ma, circa 29.000 anni fa, spariscono le tracce dei Neandertal: forse “noi”
avevamo portato in Europa malattie alle quali non erano abituati, forse si sono
spostati in aree più remote nelle quali non sono poi riusciti a sopravvivere,
questo probabilmente non lo sapremo mai, così come al momento non sappiamo se i
due popoli hanno anche avuto figli assieme. Ciò che sappiamo è invece che nel
DNA mitocondriale (e quindi della madre) non vi è mai DNA neandertaliano,
mentre invece nel DNA paterno sì.
In
molti hanno cercato di dare un numero alle specie del mondo, a partire da chi
sosteneva ce ne fossero quattro (una per ogni elemento), fino a chi, nel '900,
sosteneva ce ne fossero duecento, arrivando al trattato sulla “Non esistenza
delle razze umane”, secondo la quale esistono solo gradienti (cambiamenti). Vi
è poi uno scienziato russo che sostiene che ci sono due livelli per decretare
le razze, uno biologico e uno sociale, e che a livello biologico le razze ci
sono ma non sono ancora state trovate.
È appurato che la differenza genetica
tra africani, asiatici ed europei è 100%, mentre tra un europeo e un altro
europeo la differenza è dell' 88%, contrariamente a ciò che si potrebbe
pensare. Inoltre, l' 81% delle varianti genetiche sono cosmopolite, mentre il
7% dei genomi sono tipicamente arficani, l' 1% solo asiatici e lo 0,06% solo
europei.
Questo
articolo, insieme a tutti gli altri, si potrà trovare entro un paio di
settimane anche sul nostro sito internet ( tumiturbiserpieri.blogspot.it
), di conseguenza, se avete dubbi o se volete semplicemente farci sapere cosa
ne pensate, ditecelo commentando!
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