domenica 17 gennaio 2016

STORIA DEL TUMITURBI. DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI - di Antonella Giannini e Michael Fiorentino

È una mattina come tante altre al Serpieri. In una noiosa ora di italiano, un ragazzo dell' ultimo anno si accorge che non deve pensare solo al voto, ma che deve fare qualcosa di concreto per la scuola. Si volta verso il suo compagno di banco, lo guarda in volto e gli dice “Perché non facciamo un giornalino?”.
È il 1982 e quel ragazzo è Leonardo Innocenti, fondatore del Tumiturbi.
Giornalino con uno sfondo sociale, nato per parlare di temi ingombranti in modo scherzoso. Il nome “Tumiturbi” (inizialmente era staccato, “Tu mi turbi”), ispirato al film di Benigni di quegli anni, è stato scelto proprio per questo desiderio di parlare in tono leggero di cose scomode o pesanti.
Inizialmente non riconosciuto ma poi accettato dalla nuova preside, il Tumiturbi si insinua dolcemente nella vita quotidiana del nostro liceo, offrendo sia spunti di dialogo che informazioni a tutti i serpierini, pur non tralasciando articoli ironici di diverso tipo.
Con una media di 7-8 numeri all' anno, il Tumiturbi veniva scritto di getto in un solo pomeriggio, digitando il testo sulla matrice con la macchina da scrivere, stampando con il ciclostile e stendendo tutti i fogli ad asciugare.
A fine anno si organizzava il Tumiturbi's day, per celebrare appunto il giornalino d' istituto. Il primo fu organizzato i primi di giugno dell' 84 al Teatro degli Atti, con band del liceo che suonavano e una commedia scritta dal fondatore stesso e interpretata dal gruppo teatrale, intitolata “Il contadino munge la vacca tre volte al dì”.
Il Tumiturbi si afferma quindi come giornalino del nostro liceo, sostenuto anche da molti insegnanti, contenti che la scuola non finisse col suono della campanella ma che fosse uno spazio dove si potevano fare anche cose interessanti.
“Il Tumiturbi-scriveva Simone Scarponi nel numero di marzo 2012-è quindi il risultato dell' azione di tantissime giovani mani che hanno scritto e di altre che hanno sfogliato, di tantissime giovani menti che hanno proposto e di altre che hanno risposto, di tantissimi giovani cuori che hanno provato qualcosa e di altri che hanno percepito l' emozione riflessa fra le lettere”.
Lo stesso Simone ci racconta che amava così tanto l' idea stessa del giornalino, di un “agorà del Serpieri”, da aver scritto la tesina della maturità proprio sul Tumiturbi, del quale è stato redattore nell' a.s. 2009/2010 insieme a Francesco De Marco e dall' a.s. 2010/2011 all' a.s. 2011/2012 “da solo ma con un' ottima squadra”, tiene a precisare. La curiosità è tanta e la domanda nasce spontanea: perché hai deciso di entrare nella redazione del giornalino?
Ci spiega quindi che la sua professoressa di lettere, Francesca Galli (referente del giornalino da settembre 2007 a giugno 2009), probabilmente colpita dal suo modo di scrivere, l' ha spronato sin dal primo anno ad entrare nella redazione e così ha fatto. Simone la ricorda ancora come una dei tre insegnanti migliori che abbia avuto, dalle scuole elementari all' università.
Trent' anni di Tumiturbi, trent' anni di scrittori, trent' anni di lettori. Ma che sia il primo redattore o l' ultimo, il ricordo del giornalino che loro stessi hanno creato, rimane indissolubile nelle loro menti, collegato per sempre al nome del Serpieri.

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