È
una mattina come tante altre al Serpieri. In una noiosa ora di italiano, un
ragazzo dell' ultimo anno si accorge che non deve pensare solo al voto, ma che
deve fare qualcosa di concreto per la scuola. Si volta verso il suo compagno di
banco, lo guarda in volto e gli dice “Perché non facciamo un giornalino?”.
È
il 1982 e quel ragazzo è Leonardo Innocenti, fondatore del Tumiturbi.
Giornalino
con uno sfondo sociale, nato per parlare di temi ingombranti in modo scherzoso.
Il nome “Tumiturbi” (inizialmente era staccato, “Tu mi turbi”), ispirato al
film di Benigni di quegli anni, è stato scelto proprio per questo desiderio di
parlare in tono leggero di cose scomode o pesanti.
Inizialmente
non riconosciuto ma poi accettato dalla nuova preside, il Tumiturbi si insinua
dolcemente nella vita quotidiana del nostro liceo, offrendo sia spunti di
dialogo che informazioni a tutti i serpierini, pur non tralasciando articoli
ironici di diverso tipo.
Con
una media di 7-8 numeri all' anno, il Tumiturbi veniva scritto di getto in un
solo pomeriggio, digitando il testo sulla matrice con la macchina da scrivere,
stampando con il ciclostile e stendendo tutti i fogli ad asciugare.
A
fine anno si organizzava il Tumiturbi's day, per celebrare appunto il
giornalino d' istituto. Il primo fu organizzato i primi di giugno dell' 84 al
Teatro degli Atti, con band del liceo che suonavano e una commedia scritta dal
fondatore stesso e interpretata dal gruppo teatrale, intitolata “Il contadino
munge la vacca tre volte al dì”.
Il
Tumiturbi si afferma quindi come giornalino del nostro liceo, sostenuto anche
da molti insegnanti, contenti che la scuola non finisse col suono della
campanella ma che fosse uno spazio dove si potevano fare anche cose
interessanti.
“Il
Tumiturbi-scriveva Simone Scarponi nel numero di marzo 2012-è quindi il
risultato dell' azione di tantissime giovani mani che hanno scritto e di altre
che hanno sfogliato, di tantissime giovani menti che hanno proposto e di altre
che hanno risposto, di tantissimi giovani cuori che hanno provato qualcosa e di
altri che hanno percepito l' emozione riflessa fra le lettere”.
Lo
stesso Simone ci racconta che amava così tanto l' idea stessa del giornalino,
di un “agorà del Serpieri”, da aver scritto la tesina della maturità
proprio sul Tumiturbi, del quale è stato redattore nell' a.s. 2009/2010 insieme
a Francesco De Marco e dall' a.s. 2010/2011 all' a.s. 2011/2012 “da solo ma con
un' ottima squadra”, tiene a precisare. La curiosità è tanta e la domanda nasce
spontanea: perché hai deciso di entrare nella redazione del giornalino?
Ci
spiega quindi che la sua professoressa di lettere, Francesca Galli
(referente del giornalino da settembre 2007 a giugno 2009), probabilmente
colpita dal suo modo di scrivere, l' ha spronato sin dal primo anno ad entrare
nella redazione e così ha fatto. Simone la ricorda ancora come una dei tre
insegnanti migliori che abbia avuto, dalle scuole elementari all' università.
Trent' anni di Tumiturbi,
trent' anni di scrittori, trent' anni di lettori. Ma che sia il primo redattore
o l' ultimo, il ricordo del giornalino che loro stessi hanno creato, rimane
indissolubile nelle loro menti, collegato per sempre al nome del Serpieri.
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