Le Colonne sonore dei nostri Natali
A VOLTE RITORNANO!
Finalmente il Natale è
quasi arrivato: davanti ai nostri occhi si prospettano già lieti
giorni di vacanza senza nulla da fare, dormite fino alle undici di
mattina, pranzi pantagruelici a casa dei nonni, e chi più ne ha più
ne metta. In
questo clima di allegria e di spirito natalizio, tra alberi di natale
e piste per il pattinaggio sul ghiaccio, incombe però sopra di noi
una velata minaccia, sempre nascosta dietro l'angolo, pronta a
sorprenderci quando meno ce lo aspettiamo. Ed eccola arrivare proprio
nel momento in cui siamo più indifesi, quando ci rilassiamo sul
divano ed accendiamo la televisione: non appena lo schermo si
illumina, parte a tutto volume, diffondendosi alla velocità della
luce in tutta la casa e penetrando prepotentemente nelle nostre
menti.
Ebbene sì, l'insidia di
ogni Natale che si rispetti sono le canzoncine delle pubblicità che
ritualmente ogni anno ritornano a ricordarci che il tempo
dell'avvento è compiuto.
Motivetti come "A
Natale puoi" della Bauli, che ci perseguitano dalla nostra
infanzia, e si rifiutano di lasciare le nostre menti una volta che le
abbiamo ascoltate, costringendoci a canticchiarle sotto la doccia, a
fischiettarle camminando, diventano il nostro fantasma di natale che
ci persguita e ci invita e essere più "consumoni".
Ormai pensiamo di poter
sfuggire loro, attraverso anni di allenamento e di scinetifica
pianificazione: le sappiamo riconoscere alla prima nota, e non appena
le identifichiamo, con una prontezza di riflessi degna di un campione
olimpionico sulla linea di partenza, cambiamo canale col telecomando,
tirando un sospiro di sollievo per il pericolo scanpato.
Ma questi jingle sono più
furbi di noi. Non appena ci rilassiamo, credendo di essere finalmente
al riparo dalle loro affettuaose attenzioni, convinti che l'aver
cambiato canale ci abbia messo al sicuro dalle loro insidie, ecco che
parte un0altra musichetta malefica: "Piano piano buono buono".
É lo spirito della Maina che si palesa in tutta la sua potenza, e
senza darci il tempo di reagire, è già entrato nelle nostre teste
lascindoci senza via di scampo.
A questo punto ci
arrendiamo, affranti, e sopportiamo l'atroce tortura, impotenti
davanti alla supremazia dei jingle natalizi.
Tutto questo si ripete
sempre uguale ogni anno, e la nostra esperienza faticosamente
accumulata viene sempre miseramente sconfitta.
E in fondo, forse è
giusto che sia così. Insomma, pensiamoci bene: che Natale sarebbe
senza questo fraterno e liberatorio invito: "A Natale puoi"?
Buon
Natale a tutti!
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