QUANDO BABBO
NATALE FORO' LA RENNA
di
Adele Mazzola e
Sofia Zippo
Un
bella e dolce sera di Dicembre, Babbo Natale era sulla sua slitta, di
ritorno dalla casa di Pasquale (il famoso coniglio), dove, dopo aver
preso una buona tazza di cioccolata calda e aver mangiato le sue
famosissime uova alla coque, aveva assistito ad un concerto da
camera, eseguito da un quartetto d'archi composto da porcospini in
costume e parrucca del settecento.
Guardando
il terso cielo di quella notte dicembrina illuminata da milioni di
stelle, il vecchio si commosse per la bellezza del creato; poi,
lentamente, pensando e ripensando alla serata che aveva trascorso,
gli vennero in mente le goffaggini culinarie di Pasquale e poi quello
strambo quartetto di porcospini funamboli dell'arco e della corda. La
commozione divenne riso. Prima tra sé e sé, poi con sempre più
enormi e grasse sonorità , la risata, alimentata dalla fervida mente
e dalla lunga memoria di Babbo Natale, arrivò ad abbracciare
l'intero universo.
Un'idea
sopra tutte quante le altre lo faceva divertire: Pasquale. Il povero
coniglio, tanto buono e tanto gentile e sempre così servizievole e
generoso con tutti, soffriva di una strana malattia – alcuni
sostengono: degenerativa! – che lo portava, inavvertitamente e
inconsapevolmente, ad appropriarsi di tutti gli oggetti, sia altrui
ma anche propri, e a nasconderli nei posti più disparati,
dimenticandosi, però, e del furto compiuto, e del luogo nel quale
aveva riposto le cose sottratte. Non semplice cleptomania, ma una
vera e propria malattia che anche quella sera lo aveva portato prima
a non trovare le posate a cena, perché precedentemente occultate in
qualche meandro della sua casa, poi a far sparire il violino di uno
dei musicisti porcospini, infine a far volatilizzare il manager –
anch'esso porcospino! - del quartetto. Una carambola di disastri, uno
dietro l'altro che facevano sganasciare dal ridere il vecchio
biancobarbuto.
Mentre
era preso da così sollazzevoli risate, il rubicondo Claus si accorse
che c'era un problema: una renna si comportava in modo strano, non
teneva la strada come avrebbe dovuto. Fermata la slitta, Babbo Natale
scese e si accostò alla renna: la poverina tremava e ogni tanto
saltava come se fosse colta da spasmi dolorosissimi. Quello
spettacolo doloroso durò circa una mezz'oretta poi la renna si
accascio per terra, forata! I problemi per babbo Natale erano due:
curare la sua povera renna e allo stesso tempo ritornare a casa.
Bisognava avere una renna di scorta, ma per caricare quanti più dono
possibile sulla sua slitta, l'aveva lasciata a casa.
Rovistò
tra i regali per vedere se magari qualcuno non avesse deciso di
regalare a un suo familiare – perché certi doni si fanno solo a un
familiare – una renna, ma ... niente! Nessuno aveva pensato a un
regalo del genere! Le tante risate fatte prima stavano per tramutarsi
in pianto, senonché, aguzzando la vista, si accorse della presenza,
in lontananza, di una stazione di servizio. Lì sicuramente avrebbe
trovato quello che cercava: un distributore automatico con delle
renne di scorta!
Si
affrettò a raggiungere il posto e, infilati nel distributore i pochi
soldi spicci che gli rimanevano in tasca, digitò con attenzione il
numero corrispondente alla renna ma invece di cliccare i tasto esatti
,il “signor Natale”, ne spinse altri e così, invece di una
renna, si trovò per le mani un elfo.
Il
vecchio pancione incominciò a imprecare:
-
Porca Befana! Maledetta Fatina dei denti!.
Fortunatamente
si ricordò di avere ancora delle monete nel cruscotto della slitta,
sufficienti per ritentare l’acquisto. Santa Claus si riavvicinò al
marchingegno malefico e questa volta digitò il pulsante giusto, la
renna prescelta stava per essere erogata, ma a un tratto la molla che
trasportava l’animale si bloccò e la renna rimase impigliata tra
il pezzo di metallo e il vetro della macchina. Babbo Natale anche
questa volta non si fece mancare le sue solite parolacce:
-
Omini del sonno ignoranti! Cupido maledetto!
L’ultima
speranza per Santa Claus era quella di riparare la renna forata, così
ritornò alla slitta, ma una volta arrivato a destinazione, la bestia
cornuta non c’era più!!! Come un pazzo la cercò in ogni dove,
senza ottenere risultati fino a quando, inaspettatamente, dal mezzo
di trasporto dell'anziano, non saltò fuori, con fare un po’
frastornato, Pasquale.
Babbo
Natale chiese immediatamente spiegazioni al Coniglio e questo, nella
sua più totale confusione, riuscì a far capire al vecchio barbuto,
cosa fosse successo: mentre Santa Claus salutava i musicisti,
Pasquale, in preda ad un attacco dovuto alla propria malattia, si
era autorubato e poi autonascosto nella slitta, senza neanche
accorgersene. Poi, mentre quel povero santo vecchio era alle prese
con il marchingegno infernale della stazione di servizio, il
simpatico coniglio aveva fatto sparire anche la renna bucata, senza
più ricordare dove l'avesse infilata.
Compresa
la bizzarria della situazione e non potendo più contare su nessuna
renna di scorta, il barbuto e rubicondo signore dei doni, mise via la
sua bonaria
ilarità e, inviperito fino all'inverosimile,
infilò le briglie a Pasquale e
lo costrinse a trainare la slitta per
tutto l'intero inverno.
Post
Scriptum 1 – La renna forata fu ritrovata
da una bambina di Mondovì, in un uovo
di
Pasqua, nella primavera successiva.
Post
Scriptum 2 – La stessa bambina di Mondovì
racconta di aver trovato, insieme alla renna,
uno strano porcospino in costume
settecentesco
che dichiarava di essere
un
impresario musicale.
Post
Scriptum 3 - Possiamo dedurre, con una certa
dose di sicurezza, che la causa della foratura
della renna possa essere il porcospino?
Post
Scriptum 4 – Alcuni dotti dicono che
Pasquale
nello svolgere la sua attività di
“sostituto
renna”, pur comportandosi con grande
professionalità ,
abbia fatto sparire tutti i
doni
di quell'anno. Qualcuno sostiene che,
addirittura,
quell'anno sparì il Natale, per
essere
recuperato in una isoletta disabitata del
Pacifico,
da misteriosi scienziati che facevano
degli
esperimenti nucleari.
Post
Scriptum 5 – Se la precedente notizia è vera,
il
Natale potrebbe essere altamente radioattivo.
Post
Scriptum 6 – Un'altra vulgata sostiene che
Pasquale
sia guarito dalla malattia grazie al
dono
di un agenda su cui Babbo Natale gli aveva
raccomandato
di annotare ogni sua attività . Degli
illustri
eresiarchi di questa vulgata sostengono
che
Pasquale sia ricaduto nella malattia dopo aver
“fatto
sparire” la propria agenda.
Post
Scriptum 7 – Se qualcuno si sta chiedendo
quale
è il posto dell'elfo in questi Post
Scriptum,
... fa bene, ma ... aspetti il
prossimo
numero del TuMiTurbi.
Post
Scriptum 8 – Se qualcuno ha voglia di
entrare
nel loop di questi Post Scriptum, mandi il materiale da lui prodotto,
alla redazione del giornalino.
Post
Scriptum 9 – Se qualcuno ha colto in questo racconto degli
indizi di blasfemia nei confronti del Natale e della Pasqua,
si
sbaglia di grosso e … non arriva da nessuna parte! Peggio di una
slitta con tutte le renne bucat
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