lunedì 26 dicembre 2016

RACCONTO DI NATALE


QUANDO BABBO NATALE FORO' LA RENNA
 
di Adele Mazzola e Sofia Zippo

Un bella e dolce sera di Dicembre, Babbo Natale era sulla sua slitta, di ritorno dalla casa di Pasquale (il famoso coniglio), dove, dopo aver preso una buona tazza di cioccolata calda e aver mangiato le sue famosissime uova alla coque, aveva assistito ad un concerto da camera, eseguito da un quartetto d'archi composto da porcospini in costume e parrucca del settecento.
Guardando il terso cielo di quella notte dicembrina illuminata da milioni di stelle, il vecchio si commosse per la bellezza del creato; poi, lentamente, pensando e ripensando alla serata che aveva trascorso, gli vennero in mente le goffaggini culinarie di Pasquale e poi quello strambo quartetto di porcospini funamboli dell'arco e della corda. La commozione divenne riso. Prima tra sé e sé, poi con sempre più enormi e grasse sonorità, la risata, alimentata dalla fervida mente e dalla lunga memoria di Babbo Natale, arrivò ad abbracciare l'intero universo.
Un'idea sopra tutte quante le altre lo faceva divertire: Pasquale. Il povero coniglio, tanto buono e tanto gentile e sempre così servizievole e generoso con tutti, soffriva di una strana malattia – alcuni sostengono: degenerativa! – che lo portava, inavvertitamente e inconsapevolmente, ad appropriarsi di tutti gli oggetti, sia altrui ma anche propri, e a nasconderli nei posti più disparati, dimenticandosi, però, e del furto compiuto, e del luogo nel quale aveva riposto le cose sottratte. Non semplice cleptomania, ma una vera e propria malattia che anche quella sera lo aveva portato prima a non trovare le posate a cena, perché precedentemente occultate in qualche meandro della sua casa, poi a far sparire il violino di uno dei musicisti porcospini, infine a far volatilizzare il manager – anch'esso porcospino! - del quartetto. Una carambola di disastri, uno dietro l'altro che facevano sganasciare dal ridere il vecchio biancobarbuto.
Mentre era preso da così sollazzevoli risate, il rubicondo Claus si accorse che c'era un problema: una renna si comportava in modo strano, non teneva la strada come avrebbe dovuto. Fermata la slitta, Babbo Natale scese e si accostò alla renna: la poverina tremava e ogni tanto saltava come se fosse colta da spasmi dolorosissimi. Quello spettacolo doloroso durò circa una mezz'oretta poi la renna si accascio per terra, forata! I problemi per babbo Natale erano due: curare la sua povera renna e allo stesso tempo ritornare a casa. Bisognava avere una renna di scorta, ma per caricare quanti più dono possibile sulla sua slitta, l'aveva lasciata a casa.

Rovistò tra i regali per vedere se magari qualcuno non avesse deciso di regalare a un suo familiare – perché certi doni si fanno solo a un familiare – una renna, ma ... niente! Nessuno aveva pensato a un regalo del genere! Le tante risate fatte prima stavano per tramutarsi in pianto, senonché, aguzzando la vista, si accorse della presenza, in lontananza, di una stazione di servizio. Lì sicuramente avrebbe trovato quello che cercava: un distributore automatico con delle renne di scorta!
Si affrettò a raggiungere il posto e, infilati nel distributore i pochi soldi spicci che gli rimanevano in tasca, digitò con attenzione il numero corrispondente alla renna ma invece di cliccare i tasto esatti ,il “signor Natale”, ne spinse altri e così, invece di una renna, si trovò per le mani un elfo.
Il vecchio pancione incominciò a imprecare:
- Porca Befana! Maledetta Fatina dei denti!.
Fortunatamente si ricordò di avere ancora delle monete nel cruscotto della slitta, sufficienti per ritentare l’acquisto. Santa Claus si riavvicinò al marchingegno malefico e questa volta digitò il pulsante giusto, la renna prescelta stava per essere erogata, ma a un tratto la molla che trasportava l’animale si bloccò e la renna rimase impigliata tra il pezzo di metallo e il vetro della macchina. Babbo Natale anche questa volta non si fece mancare le sue solite parolacce:
- Omini del sonno ignoranti! Cupido maledetto!
L’ultima speranza per Santa Claus era quella di riparare la renna forata, così ritornò alla slitta, ma una volta arrivato a destinazione, la bestia cornuta non c’era più!!! Come un pazzo la cercò in ogni dove, senza ottenere risultati fino a quando, inaspettatamente, dal mezzo di trasporto dell'anziano, non saltò fuori, con fare un po’ frastornato, Pasquale.
Babbo Natale chiese immediatamente spiegazioni al Coniglio e questo, nella sua più totale confusione, riuscì a far capire al vecchio barbuto, cosa fosse successo: mentre Santa Claus salutava i musicisti, Pasquale, in preda ad un attacco dovuto alla propria malattia, si era autorubato e poi autonascosto nella slitta, senza neanche accorgersene. Poi, mentre quel povero santo vecchio era alle prese con il marchingegno infernale della stazione di servizio, il simpatico coniglio aveva fatto sparire anche la renna bucata, senza più ricordare dove l'avesse infilata.
Compresa la bizzarria della situazione e non potendo più contare su nessuna renna di scorta, il barbuto e rubicondo signore dei doni, mise via la sua bonaria ilarità e, inviperito fino all'inverosimile, infilò le briglie a Pasquale e lo costrinse a trainare la slitta per tutto l'intero inverno.

Post Scriptum 1 – La renna forata fu ritrovata da una bambina di Mondovì, in un uovo
di Pasqua, nella primavera successiva.
Post Scriptum 2 – La stessa bambina di Mondovì racconta di aver trovato, insieme alla renna, uno strano porcospino in costume
settecentesco che dichiarava di essere
un impresario musicale.
Post Scriptum 3 - Possiamo dedurre, con una certa dose di sicurezza, che la causa della foratura della renna possa essere il porcospino?
Post Scriptum 4 – Alcuni dotti dicono che
Pasquale nello svolgere la sua attività di
sostituto renna”, pur comportandosi con grande
professionalità, abbia fatto sparire tutti i
doni di quell'anno. Qualcuno sostiene che,
addirittura, quell'anno sparì il Natale, per
essere recuperato in una isoletta disabitata del
Pacifico, da misteriosi scienziati che facevano
degli esperimenti nucleari.
Post Scriptum 5 РSe la precedente notizia ̬ vera,
il Natale potrebbe essere altamente radioattivo.
Post Scriptum 6 – Un'altra vulgata sostiene che
Pasquale sia guarito dalla malattia grazie al
dono di un agenda su cui Babbo Natale gli aveva
raccomandato di annotare ogni sua attività. Degli
illustri eresiarchi di questa vulgata sostengono
che Pasquale sia ricaduto nella malattia dopo aver
fatto sparire” la propria agenda.
Post Scriptum 7 – Se qualcuno si sta chiedendo
quale è il posto dell'elfo in questi Post
Scriptum, ... fa bene, ma ... aspetti il
prossimo numero del TuMiTurbi.
Post Scriptum 8 – Se qualcuno ha voglia di
entrare nel loop di questi Post Scriptum, mandi il materiale da lui prodotto, alla redazione del giornalino.
Post Scriptum 9 – Se qualcuno ha colto in questo racconto degli indizi di blasfemia nei confronti del Natale e della Pasqua,
si sbaglia di grosso e … non arriva da nessuna parte! Peggio di una slitta con tutte le renne bucat

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